E’ questione di stile

E’ sotto gli occhi di tutti come il Paese stia reagendo alla pandemia con differenti approcci a partire dalle Istituzioni per finire alle molte, forse troppe, task force sia sanitarie che economiche che forniscono soluzioni diverse perché molte potrebbero essere le soluzioni quando ci si trova di fronte ad una “Rivoluzione” quale questa pandemia. Le Organizzazioni Sindacali confederali dal canto loro hanno ritenuto di dover affrontare pragmaticamente il problema con l’unico obiettivo di salvaguardare la sicurezza dei cittadini lavoratori, con l’approccio più idoneo: condividere un protocollo di garanzia tra le parti sociali e il Governo.
Condividere è un concetto semplice che racchiude la necessità di lavorare insieme, datori di lavoro e sindacati, per rintracciare regole e strumenti capaci di superare le difficoltà operative non dettate da diverse interpretazioni contrattuali, da diatribe economiche o da lotte intestine anche tra sindacati, ma da uno tsunami chiamato Coronavirus – Covid 19.
Servono parole semplici per informare anche quando i concetti sono complessi, altrimenti si genera confusione, animosità, discredito e conflitto.
Serve competenza, costanza, capacità di ascolto e coerenza per proporre soluzioni che siano in grado di essere valutate e condivise.
Serve avere una strategia che conduca agli obiettivi di tutela di tutti i lavoratori e di salvaguardia delle aziende per poter ergersi a paladini della giustizia.
Veniamo a noi, all’Enasarco, un pianeta che gravita all’interno della galassia Adepp dove, ci risulta, alcune OO.SS. con comunicati, alcuni molto lunghi altri stringati, si lamentano di atteggiamenti provocatori della dirigenza o di, ancor più gravi, presunte inadempienze sulla sicurezza.
E’ sufficiente leggere i comunicati delle Segreterie aziendali di CGIL, CISL, CISAL e Dirpubblica per comprendere quanto e come l’impegno di ciascuno stia portando a definire accordi a cui l’amministrazione non si è mai sottratta e che ha portato risultati non scontati a favore dei lavoratori.
Certo l’emergenza ha definito una riorganizzazione della modalità di lavoro in lavoro agile dall’oggi al domani, ma i Dirigenti, i colleghi dell’IT e i lavoratori hanno saputo ridefinire gli obiettivi e le attività in modo tale da avere ottimi risultati in termini di risultati e hanno dimostrato che si può lavorare anche “da casa”.
Rigettiamo l’attacco strumentale, specchio dell’inadeguatezza e dell’arroganza del proprio agire, portato alla dirigenza e da ultimo al dott. Rufini per presunti atteggiamenti “gravidi di lesioni insanabili”. La strumentalità è dimostrata, tra l’altro, dalla modalità operativa delle relazioni sindacali in Enasarco, dagli accordi sottoscritti e, comunque, non si comprende la richiesta di finire il tempo “dell’autodichia e autosufficienza della Direzione Aziendale”.
Si riporta la definizione di autodichia presa dal vocabolario:
Autodichia (d. cost.). Particolare prerogativa dei due rami del Parlamento di risolvere, attraverso un organismo giurisdizionale interno, le controversie insorte con i propri dipendenti. L'(—) rientra nel più ampio concetto di autonomia delle Camere, che ha come obiettivo principale quello di
salvaguardare l’organo da qualsiasi ingerenza esterna e trova la sua massima espressione nel potere autoregolamentare loro attribuito.
Lasciamo a Voi coniugare l’autodichia con l’autosufficienza della Direzione Aziendale per strumentalmente inserire le parti sociali del CDA dell’Enasarco.
Ma ancora più da rigettare è ingenerare paure e dubbi sulla distribuzione di mascherine (la storia delle mascherine ha riempito pagine di giornali) o a trincerarsi dietro la costituzione del Comitato per l’applicazione delle regole del protocollo per ritenersi garantiti dal contagio Covid 19.
E’ utile ricordare che il Comitato non è concepito come il Tribunale dell’Inquisizione ma, come garante e dovrà monitorare il rispetto delle regole e aiutare a porre sempre più adeguati dispositivi di sicurezza.
Silenzio assordante sul lavoro fatto da quattro colleghi che si sono impegnati lavorando in sede tutti i giorni e senza orario per consentire la sanificazione degli ambienti, l’acquisto dei presidi sanitari e la predisposizione degli atti relativi alla sicurezza per consentire ai lavoratori di trovare ambienti di lavoro idonei ad un graduale e parziale rientro nella sede di lavoro.
Quando si cerca di trovare un modo per attaccare l’Amministrazione inopinatamente, si deve sapere che dietro c’è il lavoro dei colleghi.
Per quanto ci riguarda sappiamo che tutto è perfettibile e continueremo a esercitare la difesa dei diritti e delle tutele dei Lavoratori con la concertazione e la contrattazione sapendo che ci aspettano sfide impegnative per riorganizzare e riformare la modalità di lavoro a seguito dell’esperienza acquisita per lo smart working, consapevoli che questo si potrà fare solo ed esclusivamente insieme al CDA e ai Dirigenti che riteniamo capaci di valutarne il salto di qualità organizzativa e di efficacia per il servizio reso agli iscritti.
Per arrivare a questo risultato non è più possibile procedere allo stesso tavolo di trattativa con chi non aspetta altro che strumentalizzare gli accordi, con chi li sottoscrive e contestualmente ne prende le distanze, con chi ancora oggi ritiene che ‘fare’ sindacato significa confliggere con la controparte anche in situazioni di emergenza sanitaria nazionale, formalizzeremo per questo la richiesta del tavolo separato per le contrattazioni in Enasarco.

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