Cislcasse si stringe attorno alla famiglia, agli amici e ai colleghi di Pietro Manetta, scomparso oggi.

Pietro era un nostro iscritto.
Di seguito pubblichiamo un ricordo di Elio Ferrara, suo collega e amico.

Il Covid ci ha portato via per sempre Pietro, aveva compiuto 55 anni neanche un mese fa.

Nella cronaca giornaliera e’ un numero nella moltitudine di persone che ne se stanno andando in silenzio e in solitudine.

Per noi era un amico sincero, un collega sempre pronto a mettersi in gioco con la sua leggerezza napoletana che agli occhi di qualcuno poteva sembrare superficialita’ ma era di un acutezza e sensibilta’ disarmante e con cui potevi parlare di tutto.

Appassionato di cultura, musica, teatro, di passione calcistica, della sua bella Napoli di oggi e di ieri, anche di belle donne aime’, di apertura verso il prossimo sempre con il sorriso, e non ultimo di lavoro con professionalita’ esemplare e sempre prodigo di consigli per tutti.

Aveva qualche difetto? si ne aveva come tutti noi. Aveva le sue debolezze e i suoi demoni e cercava di combatterli con onesta’ e impegno e rispetto per il prossimo. Lo definirei un buono, che non vuol dire fesso , dal cuore enorme e amante della vita. Punto di riferimento per tanti di noi.
Un padre esemplare, un fratello e figlio riconoscente.

Perdiamo un punto di riferimento e quella spensieratezza e allegria che da un anno a questa parte ci e’ stata portata via ma che lui in ufficio ti faceva dimenticare con sorriso e ironia.

Anche nelle giornate piu’ buie del ricovero parlavamo della sua passione del calcio Napoli che ci faceva penare e far star male, che molti non capiscono ma che per noi era pure passione.

La morte porta dolore e sofferenza . Ci si domanda perche’ Dio non interviene . Dove’? Perche’? Domande che ci facciamo tutti.
La risposta che mi do e che questi sentimenti servono ad ognuno di noi per darci forza e coraggio di non temere e che non ci lascera’ soli nella sofferenza e per cambiare i nostri cuori per presentarci un giorno davanti a lui potendo dire di aver sperimentato quella sofferenza che il Signore comprende e capisce per averla vissuta in prima persona sulla croce. Dio e’ vicino alla sofferenza avendo dato se stesso nascosto nella nostra sofferenza.

Per chiuderla in leggerezza Pietro, mi raccomando salutami a Maradona !!!!!!!