ENASARCO: la Commissione di controllo sugli Enti previdenziali propone al Ministero del Lavoro il commissariamento dell’Ente di Previdenza degli Agenti di Commercio.

Non è ancora stata approvata in via definitiva la Legge di Bilancio, in cui si sancisce il passaggio di Inpgi1 all’Inps (https://www.cislcasse.it/2021/11/03/nella-legge-di-bilancio-e-stato-decretato-il-passaggio-di-inpgi1-allinps-la-previdenza-dei-lavoratori-autonomi-inpgi2-rimarra-con-il-regime-stabilito-dal-d-lgs-103-96/) che un secondo Ente di Previdenza facente parte del Sistema delle Casse Previdenziali incorre nelle maglie dei controlli parlamentari.

Si tratta di Enasarco, Ente di Previdenza degli Agenti di Commercio, in cui da circa un anno il rinnovo delle cariche è oggetto di un contenzioso tra due opposte fazioni, il tutto condito da atti legali e pronunciamenti giudiziari.

Nella seduta di ieri della Commissione bicamerale di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale il Presidente, Sen. Tommaso Nannicini, è di nuovo tornato sul tema precedentemente affrontato nella seduta dello scorso 14 settembre.

Nello specifico il Presidente ha sottolineato le criticità relative alla situazione economico-finanziaria nonché derivanti dal contenzioso sulla composizione del Consiglio di amministrazione, fattori che rischia di incidere negativamente sul buon andamento della gestione della Fondazione.

La Commissione, con un solo astenuto, ha deliberato una nota di sintesi in cui si fa presente al Ministero vigilante l’opportunità di un commissariamento dell’Ente, al fine di evitare che si metta a rischio la sostenibilità della gestione.

L’auspicio, come nel caso di Inpgi, è che le lavoratrici e i lavoratori non debbano affrontare difficoltà indipendenti dalla loro condotta e professionalità.

RESOCONTO della SEDUTA: http://documenti.camera.it/leg18/resoconti/commissioni/bollettini/pdf/2021/11/16/leg.18.bol0695.data20211116.com27.pdf

IL COORDINAMENTO NAZIONALE CISL FP CASSE PREVIDENZIALI

Quando la realtà si confonde coi film

Ci sono dei film che hanno fatto la storia del cinema, valicando anche i confini stessi della settima arte entrando nella vita comune delle persone. Opere realizzate da maestri che tramite l’utilizzo di simboli narrativi descrivevano la vita comune di ognuno di noi.

Tra il 1968 e il 1977 Kubrick e Lucas spiegarono al mondo, con 2001 Odissea nello Spazio e Guerre Stellari, come doveva essere realizzato un film di fantascienza e nel realizzarlo raccontavano altro, il primo ci mostrò, cinquant’anni fa, i rischi insiti in uno sviluppo incontrollato dell’intelligenza artificiale, nella saga di Lucas invece il racconto della resistenza all’impero ci racconta l’esigenza di contrastare sempre un’autorità oppressiva.

Sergio Leone nei deserti spagnoli ci raccontò il West e le vicende umane che intrecciavano le vite dei protagonisti, così come Francis Ford Coppola trasportò sullo schermo le vicende della famiglia di don Vito Corleone.

Raccontare e descrivere la realtà tramite simboli, metafore.

Ci sono poi opere di cosiddetta nicchia che però con altrettanta fora narrativa entrano nelle abitudini di ciascuno di noi al punto tale che quando poi ci si imbatte in situazioni simili il primo riferimento che viene alla mente è proprio quello del film. Chi di noi, impiegato in un ufficio qualsiasi, non si sia mai innamorato della “sua” signorina Silvani, non abbia subito le vessazioni del Mega Direttore Generale di turno e non abbia partecipato al veglionissimo di capodanno in compagnia dei propri colleghi?

Nel 1971 quando Paolo Villaggio scrisse il romanzo Fantozzi, che poi quattro anni dopo Luciano Salce portò sullo schermo, probabilmente non aveva idea di quanti ragionieri si sarebbero riconosciuti nelle storie immaginate osservando la quotidianità mentre lavorava all’Italsider.

L’epopea di guerre Stellari (e di tanti altri film, cartoni animati, serie tv) ha generato intere comunità di persone che si vestono, pensano, e vivono nel tempo libero la realtà descritte nei film: i cosiddetti cosplayers, fan mascherati dai personaggi di questi universi di fantasia.

C’è chi però non si rende conto che nella quotidianità recita la parte che altri hanno immaginato, e questo di solito non è divertente, né interessante, diventa grottesco.

Ovviamente è abbastanza difficile incontrare qualcuno vestito da Luke Skylwalker al supermercato, così come mettere in atto le reazioni ad un torto come quelle di Micheal Corleone nella trilogia de Il Padrino farebbe aprire le porte delle patrie galere.

Ma quante volte invece è possibile incontrare dirigenti, capiufficio, Direttori Generali e Presidenti che non si rendono conto che nella vita lavorativa di tutti i giorni sono ne più e né meno le caricature viventi del Visconte Cobram o del Geometra Calboni?

Comportamenti che non erano adatti alla realtà di cinquanta anni fa, quando Villaggio inventò il Fantozzi Rag. Ugo, ma che oggi vanno oltre il ridicolo rasentando il grottesco con sfumature di meschinità nemmeno troppo abbozzate.

Come quando qualcuno decide di non applicare i contratti di lavoro se si è iscritti a un qualsiasi Sindacato, o come quando si nega la partecipazione di dipendenti, sempre iscritti al sindacato, ai lavori di commissioni interne il cui compito è stabilire i criteri di erogazione di prestiti e mutui, o come quando si trasferiscono lavoratori da un ufficio all’altro, sempre ovviamente iscritti a questo o a quel sindacato, senza la minima corrispondenza ad esigenze di servizio. Ecco quando qualcuno con responsabilità di gestione improvvisamente diventa il cosplayer di questo o quel mega Presidente non c’è più niente da ridere, e la palla passa ai Giudici del Lavoro.

Proprio come nella vertenza in essere, da mesi, nell’Ente di Previdenza dei Geometri.

 

Arturo Bandini

Nella Legge di Bilancio è stato decretato il passaggio di Inpgi1 all’Inps, la previdenza dei lavoratori autonomi, Inpgi2, rimarrà con il regime stabilito dal D.Lgs 103/96.

Il Consiglio dei Ministri lo scorso 28 ottobre, ha approvato il disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, nel testo, più esattamente all’art. 28 –Norme a garanzia delle prestazioni previdenziali in favore dei giornalisti-, il Governo ha stabilito che l’Istituto di Previdenza dei Giornalisti, nella componente relativa ai giornalisti dipendenti, verrà trasferito all’Inps.

E’ l’ultimo atto di una vicenda che ha caratterizzato la gestione della Previdenza dei giornalisti almeno negli ultimi anni, cioè da quando l’Ente ha iniziato a chiudere gli esercizi con deficit annuali attorno ai 200 milioni. Le cause del dissesto dell’Inpgi sono in gran parte di natura strutturale: un rapporto tra le prestazioni erogate troppo sbilanciato con le mutate condizioni del sistema, in cui la crisi del settore, caratterizzata da un -17% dei contribuenti negli ultimi dieci anni, e da una flessione del 18% del monte salari su cui vengono prelevati i contributi, ha avuto un ruolo sostanziale.

La scelta del Governo di separare le gestioni previdenziali dei giornalisti (la componente dei dipendenti torna pubblica mentre quella autonoma resterà privata) apre degli scenari che vanno oltre i confini della professione giornalistica. Per forza di cose si viene a creare un precedente che nel futuro sarà un termine di paragone per altre situazioni di crisi, laddove altre categorie professionali dovessero riscontrare contrazioni delle platee previdenziali, a fronte di un principio a ripartizione calato su un sistema, quello degli Enti Previdenziali, sostanzialmente a camere stagne.

Ovviamente tale decisone avrà delle ripercussioni anche sul Personale dipendente, al comma 8 infatti, si decreta che un contingente di personale non superiore a 100 unità tra coloro in servizio a tempo indeterminato alla data del 31 dicembre 2021, sarà inquadrato presso l’INPS, anche al fine di garantire la continuità delle funzioni trasferite da un ente all’altro. La procedura sostanzialmente dovrà stabilire i criteri di passaggio dal regime privatistico al regime pubblicistico entro i tre mesi successivi la pubblicazione del decreto. L’impegno a garantire e a tutelare le lavoratrici e i lavoratori che verranno interessati da questa procedura dovrà essere massimo.

La vicenda INPGI assegna un apprezzamento ancora più accurato sulla sostenibilità di alcune Casse Previdenziali che nel tempo hanno visto scendere il numero degli iscritti, sia per i riflessi sul modello gestionale che per la tenuta occupazionale, riteniamo comunque che la tematica dovrà essere affrontata nel prossimo rinnovo del CCNL.

 

IL COORDINAMENTO NAZIONALE CISL FP CASSE PREVIDENZIALI