LEGGE DI BILANCIO 2022: l’analisi di Luigi Sbarra.

Carissime/i

queste settimane, come sapete, sono state particolarmente impegnative perché ci siamo dati come obiettivo comune quello di migliorare la Legge di bilancio. Voglio ringraziare ognuno di voi, a nome di tutta la segreteria nazionale, per i grandi sforzi profusi in ogni struttura, territorio e regione: un impegno che ci ha permesso di ottenere avanzamenti estremamente significativi.

La Manovra di oggi è infatti diversa e migliore rispetto a quella che ci è stata presentata a ottobre. Siamo partiti da un’impostazione insufficiente che, giorno dopo giorno, siamo riusciti a trasformare. Ad oggi sono molte più le luci che le zone in ombra, con una marcata impronta espansiva e coesiva.

In particolare:

  1. Sulle Politiche Passive capitalizziamo 5,5 miliardi rispetto ai 3 di due mesi fa. Realizziamo la svolta dell’universalità della cassa integrazione con la valorizzazione della bilateralità, e miglioramenti di Naspi e DisColl. Lo stanziamento complessivo per gli ammortizzatori è di oltre 8 miliardi nel ‘22-‘23, compreso un miliardo per la proroga del contratto di espansione e 700 milioni per ulteriore cassa covid nel ‘22.
  2. Nel Pubblico impiego si sbloccano i rinnovi contrattuali, si aggiornano gli ordinamenti e si finanzia la formazione.
  3. Per la sanità: il finanziamento del fondo sanitario supera le previsioni della Nadef di 2 miliardi solo per il 2022 ed è stato portato a 124 miliardi per il ’22, a 126 per il ’23 e 128 per il 2024, più 2 miliardi per l’edilizia sanitaria, 543 milioni per le borse di specializzazione, 600 milioni per finanziare farmaci innovativi. Si stabilizzano gli operatori in servizio da più di 18 mesi.
  4. Sulle politiche sociali conquistiamo un incremento da 150 a 850 milioni per la non autosufficienza. Inizialmente le dotazioni erano di appena 35 milioni per il ‘22, 50 per il ‘23, 60 per il ’24; a seguito della nostra azione gli stanziamenti passano a 100 milioni nel ’22, 200 nel ’23, 250 nel ’24 e 300 dal ’25. Si avvia inoltre l’Assegno unico con uno stanziamento da 6 miliardi da gennaio e si rifinanzia con un miliardo il Reddito di Cittadinanza, che va meglio raccordato all’Assegno Familiare e rafforzato su minori e migranti.
  5. Si individuano 800 milioni in più sul Fondo compensazione, in aggiunta ai 2 previsti per il caro-bollette; un passo importante, ma ancora insufficiente, viste le caratteristiche di una crisi non breve. Su questo capitolo chiediamo al Governo uno sforzo aggiuntivo e c’è l’impegno a recuperare nuove risorse.
  6. Sul Fisco percorriamo il primo tratto di un percorso riformatore, con un intervento forte sulle fasce deboli e medie del lavoro e delle pensioni, dove convergono 7 miliardi dedicati alla rimodulazione dell’Irpef (l’85% concentrato sotto i 50mila euro, la metà dei agisce sui redditi fino a 28mila euro). Inizialmente erano 3 su Irpef e 3 su IRAP, poi incrementati a 8 miliardi. Conquistiamo inoltre 1,5 miliardi aggiuntivi per le decontribuzioni dei salari sotto i 35mila euro. Si alza la no tax area dei pensionati a 8.500 euro e si fa ripartire l’adeguamento degli assegni previdenziali nel ‘22, per un valore di 4,7 miliardi. Il governo si è impegnato, su nostra proposta, ad anticipare il confronto sulla riforma complessiva del sistema fiscale per una più equa redistribuzione del prelievo a favore di lavoratori e pensionati e un contrasto più efficace all’evasione e all’elusione.
  7. Nella previdenza il Governo ha assunto l’impegno di scardinare le rigidità della Legge Fornero, andando oltre la logica delle quote aprendo un confronto per migliorare stabilmente le regole pensionistiche. Abbiamo fermato quota 103 per il 2023 e 2024, ottenendo il tavolo che dovrà dare misure di flessibilità in uscita secondo i contenuti della nostra piattaforma, con pensioni di garanzia per giovani e donne, incentivi per l’adesione alla previdenza complementare, allargamento dell’ape sociale e delle quattordicesime mensilità. Nella legge di bilancio passa per il 2022 la proroga di ape sociale allargata e opzione donna, dove fermiamo l’aumento dell’età anagrafica da 50 a 60 anni che si pensava di fare ad ottobre. Si finanzia un fondo per accompagnare il pensionamento a 62 anni dei lavoratori delle piccole aziende in crisi. Stiamo lavorando con le commissioni parlamentari per ridurre da 36 a 30 anni la contribuzione per edili, operai agricoli e altre categorie di lavoratori che richiedono l’Ape Sociale.

Questi risultati sono frutto di una scelta precisa: un’azione sindacale costruttiva, che ha puntato a riallacciare i fili dell’interlocuzione senza incendiare il conflitto sociale, in un momento in cui il Paese è ancora stretto nella morsa della pandemia e cerca di agganciare una ripresa che deve vedere il mondo del lavoro protagonista. Su questa via dobbiamo proseguire, rinsaldando il dialogo sociale per ottenere nuovi avanzamenti, continuando ad esercitare pressione per migliorare ulteriormente la Manovra su lavoro, politiche industriali, scuola, sostegno al reddito, caro-bollette, occupazione per giovani e donne.

La via maestra resta il negoziato, e non uno scontro generalizzato che rischia solo di spezzare i rapporti sociali e le relazioni industriali, isolando il mondo del lavoro. Quello che serve oggi è coesione, responsabilità e partecipazione sociale. Con questa impostazione l’azione della Cisl va avanti, dentro e fuori il perimetro della Manovra. A cominciare dall’esigenza di dare velocità e concretezza alla riforma fiscale e previdenziale, con innovazioni che mettano in priorità i bisogni delle fasce più fragili, che hanno pagato più di altri gli effetti della crisi.

Il 2022 si apre poi con una serie di priorità inderogabili, a cui dobbiamo dare risposte di sistema, strutturali, che richiedono unità d’intenti e d’azione. L’agenda sociale è ben profilata nei temi del contrasto all’inflazione e di una nuova politica dei redditi, della stabilità e la qualità del lavoro, dell’occupazione giovanile e femminile, dell’avvio delle politiche attive e di un grande piano sulla formazione, del rilancio delle strategie industriali, della coesione sociale e territoriale, della partecipazione e della democrazia economica. Sullo sfondo, indispensabile, una governance partecipata degli investimenti e dei progetti del PNRR. Per tali ragioni, e per promuovere questa impostazione, sabato 18 dicembre saremo in Piazza Santi Apostoli, a Roma, per dar vita alla nostra manifestazione nazionale “Per lo sviluppo, il lavoro, la coesione: la responsabilità scende in piazza”. Sarà un momento importante di orgoglio cislino, in cui indicheremo le stringenti priorità economiche-sociali e il sentiero di un modello riformista autenticamente partecipativo, volto a costruire innovazioni stabili e condivise e ad aprire una nuova stagione di crescita e coesione che non escluda nessuno.

Cari saluti e buon lavoro

Luigi Sbarra

Legge di bilancio 2022 e Manifestazione Cisl del 18 dicembre 2021