ENPAM: firmato l’Accordo per la disciplina del Premio di Risultato e l’erogazione dell’EDR

Lunedì 21 dicembre si è tenuto un incontro – nella ormai consueta modalità di videoconferenza – tra Amministrazione ed Organizzazioni Sindacali dell’ENPAM, con il principale obiettivo di ridefinire la disciplina del Premio di Risultato alla luce delle nuove disposizioni del CCNL 2019-2021, ivi compresa l’istituzione dell’Elemento Distinto della Retribuzione la cui erogazione sarà prevista – come disposto nell’art. 55 – nel mese di giugno dei prossimi anni.

La nuova disciplina, pur mantenendo sostanzialmente invariata la quota di premio raggiungibile dal lavoratore, introduce elementi di novità sia nelle modalità di valutazione che di erogazione: di intesa con l’Amministrazione, è stata individuata la necessità di prevedere due momenti di valutazione – riferibili ai semestri dell’anno – cui sono associati altrettanti momenti di erogazione. L’adozione della doppia valutazione ha il pregio, per i lavoratori, di poter consolidare già nel corso dell’anno una determinata quota di Premio, la cui erogazione – considerando anche l’EDR – risulterà maggiormente equidistribuita nei dodici mesi.

La firma dell’Accordo è stata soprattutto una occasione per il consolidamento sia delle relazioni industriali interne ad ENPAM, sia della prassi che, nel prossimo anno, dovrà guidare le trattative per il definitivo rinnovo del Contratto integrativo.

Giorgio Abeni – Tommaso Mariani
CISL FP – ENPAM

ENPAF: rinnovato il contratto integrativo.

Lo scorso 3 dicembre si è conclusa, con il rinnovo del Cia, la contrattazione integrativa presso l’ENPAF, l’ente di previdenza dei Farmacisti, avviata poco più di un mese fa,. Anche presso la Cassa di Previdenza dei Farmacisti, si è dato seguito a quanto previsto dall’art. 55 del CCNL per il Personale dipendente degli Enti di Previdenza Privatizzati.

Come in molte altre Casse previdenziali il rinnovo del CCNL, avvenuto lo scorso gennaio, ha riavviato i cicli contrattuali anche per quanto attiene il secondo livello di contrattazione, di fatto era ferma da dieci anni.  .

La pesante situazione che da tempo sta vivendo il Paese ha certamente condizionato le dinamiche contrattuali, basti solo pensare alla necessità sopraggiunta durante l’anno ancora in corso di dare applicazione e di codificare il regime di lavoro agile (Smart Working) ai sensi di quanto previsto dalla legge 81/2017 e all’art. 3.8 del CCNL del Personale non dipendente delle Casse Previdenziali. A questo proposito, d’intesa con l’Amministrazione, si è deciso di dedicare a questo tema una specifica sessione di contrattazione che presumibilmente inizierà il prossimo mese di marzo, anche con la speranza che termini la legislazione d’urgenza applicata tramite Dpcm degli ultimi mesi, che in un modo o nell’altro ha certamente impedito un confronto chiaro sulla necessità di regolamentare la modalità di prestazione lavorativa non in presenza.

Con l’introduzione dell’Edr, elemento distinto della retribuzione, nel nuovo Cia sono state rimodulate le modalità del nuovo Premio di Risultato, superando elementi che si erano resi necessari all’indomani del blocco del rinnovo dei Contratti sopraggiunto durante il Governo Monti. Il nuovo PdR è finalizzato al miglioramento della produttività e soprattutto alla valorizzazione della professionalità espressa dalle lavoratrici e dai lavoratori dell’Enpaf.

Tra gli istituti rinnovati certamente va sottolineata la scelta di rendere più attuale, nonché più equa, la disciplina dell’erogazione dei benefici assistenziali, che avverrà tramite piattaforma welfare.

Al netto di quello che può essere il giudizio sul singolo istituto, o sull’accordo in generale, riteniamo che l’elemento sicuramente più importante da ribadire con convinzione, è che dopo anni di silenzio e inattività dovute a più fattori, la contrattazione è tornata ad essere centrale nella vita degli Enti Previdenziali.

Strumento, unico, per costruire un solido sistema di relazioni industriali, capaci di migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti e delle amministrazioni.

CISL FP – ENPAF

CASSA COMMERCIALISTI: Firmata la pre intesa per l’erogazione di Edr e disciplina del Premio di Risultato.

La Cassa di Previdenza ed Assistenza dein Dottori Commercialisti è tra i primi enti a dare seguito a quanto previsto dall’art. 55 del CCNL per il Personale dipendente degli Enti di Previdenza Privatizzati.

Per ragioni relative al rinnovo del Consiglio di Amministrazione l’intesa sottoscritta oggi stralcia il rinnovo complessivo del Contratto integrativo, aspetto questo, non di secondo piano, da considerare soprattutto in funzione della scelta di dare comunque piena applicazione al CCNL sottoscritto nello scorso gennaio.

La scelta dell’Amministrazione uscente di avviare la trattativa, pervenendo alla firma, conferma la validità della contrattazione come strumento fondamentale finalizzato alla strutturazione di un sistema di solide relazioni industriali, specialmente in un tempo in cui, ognuno nel rispetto delle funzioni svolte, è necessario compiere azioni concrete il più possibile indirizzate a realizzare intese che contengano i contrasti. E’ altrettanto fondamentale che, quando questo tipo di disponibilità vengono a manifestarsi, il Movimento Sindacale deve presentarsi unito e pronto a raccogliere la sfida, mettendo da parte le differenze di bandiera, nell’interesse collettivo ed esclusivo delle lavoratrici e dei lavoratori.

La pre intesa (che dovrà essere ratificata nel prossimo CdA) indica che per quanto attiene l’erogazione dell’Elemento Distinto della Retribuzione (EDR), in deroga a quanto stabilito ex art. 55 del CCNL, questa avverrà, come deciso precedentemente in altre Casse, su base mensile.

Per la disciplina del Premio di Risultato le Parti hanno stabilito, introducendo elementi di trasparenza, che questa avverrà sulla base di due variabili, il cui totale sarà pari al 19% della retribuzione tabellare annua: raggiungimento degli obiettivi (9%) ed elemento comportamentale (10%). L’introduzione del tabellare vigente ai sensi del CCNL vigente, che supera quello del 2005 precedentemente applicato, è certamente una riforma che introduce sensibili variazioni economiche, a tutto vantaggio del Personale.

Altro elemento da sottolineare è l’introduzione del “Premio Solidale”, istituto che permette in particolari casi di vedere riconosciuta una erogazione forfettaria a fronte di impedimenti, di varia natura, alla possibilità del dipendente di essere valutato e vedersi riconosciuto il salario accessorio.

Tale accordo avrà durata di un anno, con l’impegno che con l’insediamento del nuovo CdA si avvieranno le procedure di rinnovo di tutto il Contratto Integrativo non appena possibile.

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Andrea Ladogana – Coordinatore Nazionale CISL FP Casse Previdenziali

Garantiti e non garantiti

Mentre il Covid 19 continua la sua corsa ed ogni tentativo di porvi argine comporta come effetto collaterale l’aggravamento della crisi economica che sta minando quel poco che resta di una coesione sociale già pesantemente compromessa ancor prima che la pandemia esplodesse, si assiste da più parti ad un crescendo di analisi accumunate dall’intenzione di contrapporre all’interno del tessuto socio-economico del Paese  le categorie di soggetti garantiti a quella dei non garantiti.

Ne consegue il postulato semplicistico  e fuorviante, ma non per questo meno insidioso, di ulteriori aggravi del carico fiscale di quanti vengono additati come soggetti privilegiati, al fine di offrire forme di sostegno a quanti più in difficoltà a causa degli effetti del virus.

Lungi dal negare il dato oggettivo che in una società complessa ed articolata, la crisi in atto da tempo, aggravata dalla pandemia, stia impattando in maniera diversa sui diversi strati sociali, l’ultima cosa di cui si sente il bisogno è quella di innescare strumentali conflitti tra categorie di cittadini attingendo all’armamentario dei più beceri e sguaiati luoghi comuni .

Ci appare piuttosto assai più utile e costruttivo cogliere l’opportunità che la dolorosissima stagione che stiamo vivendo ci offre, di guardare ai problemi strutturali del nostro sistema socialee comprendere che, se non intendiamo restarne travolti, è questo il momento di affrontarli con la lucidità ed il coraggio sempre mancati alle varie compagini politiche che si sono susseguite nel corso dei decenni alla guida del Paese.

Ciò premesso, è impossibile non individuare nelle risorse sottratte allo Stato  e quindi – è sempre bene ricordarlo – , a ciascun cittadino, attraverso un’evasione  ed un’elusione fiscale che ci pongono ai primissimi posti in Europa in questa ben triste classifica, una tra le cause principali della situazione di grave sofferenza del nostro sistema sanitario e dell’inadeguatezza dei mezzi con cui si sta tentando di supportare le categorie maggiormente colpite dalla crisi.

108 miliardi di euro: è questa la spaventosa cifra a cui ammontava l’evasione fiscale nel 2018 secondo dati contenuti in un rapporto redatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Per comprendere la portata della questione, basti pensare che l’intera spesa pubblica annuale per la sanità ammonta a circa 118 miliardi di euro e che la cifra evasa consentirebbe di coprire per ben due volte la spesa del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.

E’ di tutta evidenza quanto l’aver potuto disporre di queste risorse avrebbe, nel corso degli anni, consentito di approntare un sistema sanitario ben più efficiente di quello attuale, evitando i tagli sistematici che lo hanno reso fragile ed inadeguato a fronteggiare una pandemia il cui verificarsi era già scritto nella storia della medicina.

E’ altrettanto chiaro il fatto che i c.d. ristori che lo Stato è oggi in grado di assicurare a quanti sotto il profilo economico più pesantemente colpiti dagli effetti della pandemia , avrebbero potuto avere ben altra consistenza potendo contare su finanze statali meno disastrate di quanto non lo siano per effetto di una mostruosa evasione fiscale.

Sempre per restare in tema di fiscalità, è altrettanto singolare come non si ponga sufficiente attenzione a quei soggetti produttivi che hanno beneficiato in termini economici della pandemia, in quanto i cambiamenti nelle abitudini di vita hanno spinto verso l’alto i settori gestiti dalle multinazionali del web, colossi che nel nostro Paese pagano pochi milioni di tasse l’anno – come ad esempio nel casi di Amazon – , a fronte di ricavi aumentati del 40 per cento, mentre i piccoli esercizi commerciali sono stati letteralmente strozzati dall’emergenza in corso ormai da nove mesi.

Mai come in questo momento si comprende come l’obiettivo di colmare il divario di tassazione tra ricavi tradizionali e quelli digitali potrebbe essere perseguito mediante l’istituzione di una tassa di scopo sui ricavi delle multinazionali del web, indirizzano le risorse raccolta a favore delle piccole e medie imprese nonché dei piccoli esercizi al dettaglio.

Ma è evidentemente assai più semplice, meno impegnativo e soprattutto di più immediata remunerazione in termini di acquisizione di consenso politico da mettere a profitto in occasione delle prossime tornate elettorali, scagliare anatemi contro la categoria dei pubblici dipendenti, rei, ad avviso dei loro detrattori, di aver conservato il posto di lavoro, come se per ciò ci si dovesse sentire in colpa, e di  godere “addirittura”, in alcuni casi, della possibilità di svolgere le proprie prestazioni dallapropria abitazione.

E’ di questi giorni l’idea, proveniente dalla Deutsche Bank, di istituire una tassa straordinaria del 5% sugli stipendi di coloro che scelgono di lavorare in smart working, al fine di reperire soldi da poter impiegare per dare sussidi a chi si trova in difficoltà.

La ragione di tale tassazione viene ricondotta all’asserito privilegio di poter sfruttare tutti i vantaggi del lavoro a distanza senza tuttavia sostenerne i costi.

A parte il fatto che lo smart-working ai tempi del Covid non rappresenta una scelta dei lavoratori, bensì una misura atta a contenere la trasmissione del virus, l’analisi della banca tedesca  omette di considerare che tale modalità di lavoro comporta per il lavoratore i costi per l’allestimento e l’utilizzo della postazione oltre a privarlo della vita di relazione connaturata alla presenza in ufficio e che  comporta evidenti vantaggi anche per i datori di lavoro.

Per non parlare poi del fattore, tutt’altro che trascurabile, che il lavoro a distanza, riducendo la mobilità, diminuisce l’inquinamento ambientale i cui costi ricadono sulla collettività .

Fin troppo comodo, ancora una volta, immaginare una solidarietà che si esaurisce all’interno della stessa classe sociale dei lavoratori, che per di più si punta a dividere e mettere gli uni contro gli altri.

Si tratta di un subdolo disegno, da stroncare senza esitazione, riaffermando il principio che il lungo e tortuoso percorso per la costruzione di una società più giusta e più equa, lungi dal poterpassare attraverso un livellamento verso il basso degli strumenti di garanzia del rapporto di lavoro, debba semmai puntare alla costante ricerca della loro estensione a quanti non ne beneficiano e, soprattutto, alla rimozione delle troppe forme di sfruttamento e mancato rispetto della dignità umana che tuttora attraversano il mondo del lavoro.

 

Gaetano Romanelli

Firmato in Enpaf l’Accordo per l’incentivo all’esodo.

accordo incentivo all’esodo

Il pacchetto lavoro varato lo scorso agosto (DL 104/20) in un quadro complessivo di misure volte a tutelare l’occupazione, di un  valore dicirca 12 miliardi di euro complessivi, ha toccato più aspetti: dal rifinanziamento della Cig, a una serie di sgravi e incentivi temporanei a garanzia di occupazione e reddito.

il quadro normativo tracciato dal decreto, più precisamente con riferimento all’art. 14 comma 3, indica la possibilità di sottoscrivere accordi collettivi di risoluzione consensuale, conosciuti anche come piani di incentivazione all’esodo.

E’ in questo contesto che presso l’Ente di previdenza dei Farmacisti la scorsa settimana è stato sottoscritto l’Accordo per l’incentivo all’esodo –di seguito allegato- che permette, su adesione volontaria, la possibilità di risoluzione consensuale incentivata.

Coordinamento Nazionale CISL FP CASSE PREVIDENZIALI

Aperta la contrattazione di secondo livello presso l’Enpav.

il 12 novembre, presso la sede dell’Enpav –Ente Nazionale Previdenza ed Assistenza Veterinari-, il confronto tra le parti per il rinnovo del contratto di secondo livello scaduto ormai da 10 anni;l’ultimo rinnovo risale infatti al novembre del 2010.

Il primo incontro della trattiva ha avuto luogo tra la CISL Fp,unitariamente a Fp CGIL e CISAL, e il Direttore e Vice Direttoredell’Ente previdenziale dei veterinari.

Alla luce della necessità di rinnovare, migliorandolo, il contratto vigente era necessario avviare un confronto costruttivo tra le parti che mediante la contrattazione renderà possibile l’adeguamento del testo alle mutate condizioni in essere, anche in forza del rinnovo del CCNL avvenuto lo scorso gennaio.

Al termine del primo incontro, è stata già calendarizzata, sempre presso la sede dell’Ente, la nuova data per il prosieguo delle trattative:  il 20 novembre alle ore 10.00.

SAS CISL Fp Enpav

Essere Sindacato.

Di Andrea Ladogana.

Roma (02 – 11 – 2020) Tra qualche anno quando gli storici dovranno raccontare le cronache del 2020 senza dubbio dovranno raccontare le enormi difficoltà che l’intero mondo si vide costretto ad affrontare. Già oggi ci sono immagini che per lungo tempo accompagneranno le nostre memorie individuali e collettive, come dimenticare le colonne di camion militari carichi di bare di nostri connazionali, i volti di infermieri, medici, stravolti dalla fatica dovuta dal mettere in atto tutto quanto fosse in loro potere per salvare anche una sola vita umana.

Un mondo che da un giorno all’altro si è scoperto incredibilmente debole ed indifeso rispetto ad un nemico invisibile, capace di stravolgere ogni abitudine, singole e plurali: consumare il caffè al bar, uscire per mangiare una pizza, recarsi sul proprio posto di lavoro, programmare un viaggio, partecipare ad una conferenza o assistere ad una partita, accompagnare i nostri figli a scuola, ogni singolo evento è stato rideclinato in funzione della riduzione del rischio del contagio.

Lo abbiamo fatto, e probabilmente per lungo tempo saremo costretti a continuare a farlo, per noi stessi e per le comunità a cui apparteniamo, dalla più piccola, la famiglia, fino a quella globale.

Mentre la battaglia era (è) in atto abbiamo iniziato a renderci conto che molte certezze che caratterizzano le nostre vite, o quelle che credevamo fossero tali, diventavano fragili, venivano messe in dubbio.

Inizialmente le misure di contenimento ci hanno fatto riscoprire quel senso di vicinanza (ricordate le canzoni sui balconi?), poi pian piano una sottile e strisciante insicurezza allo stesso tempo ci faceva allontanare l’uno dall’altro, e le contraddizioni che c’erano anche prima del Covid, ma non venivano considerate come dovevano, sono improvvisamente esplose.

Le valutazioni durissime imposte da mesi, ed anche in queste stesse ore, finalizzate al contenimento della diffusione del contagio determinano effetti devastanti sulle economie nazionali, anche se visto il grado di connessione dovuto allo sviluppo della globalizzazione, sarebbe più opportuno parlare di effetti imposti all’economia globale, alla stessa struttura del modello di sviluppo assunto da anni come unico possibile.

Allo stesso tempo, dopo aver affermato per anni che il ruolo delle istituzioni, dei governi, il ruolo stesso degli Stati, doveva essere ridimensionato, alleggerito, si è capito che il patto sociale non passa, e non potrà mai passare, attraverso gli stretti sentieri imposti dalle leggi di mercato.

Un mercato che tra l’altro non si è evoluto, né a livelli nazionali né globali, secondo linee di sviluppo capaci di contenerne le insite tendenze all’incremento delle disparità.

Oggi la sfida è quella di proteggere il più possibile il patto sociale alla base di ogni comunità,  salvaguardandolo dal pericolo di mettere l’uno contro l’altro: il garantito contro il precario, il lavoratore dipendente contro il lavoratore autonomo, il piccolo esercente contro la multinazionale.

Ed è una sfida che deve richiamare ognuno di noi al proprio senso di responsabilità, ognuno nel rispettivo ambito. Una sfida che può essere vinta solo se alle pulsioni si sostituirà la ragione, se il bisogno sarà soddisfatto senza lacerazioni, mettendo in discussione laicamente postulati ritenuti granitici mediante l’analisi e la riflessione.

La scorsa settimana è per questo motivo che come Cisl Federazione Pubblica, abbiamo concepito e organizzato la tavola rotonda  “Da un sistema di previdenza a un sistema di welfare: quale futuro per le casse previdenziali?”, ponendo particolare attenzione all’aspetto che, per il ruolo che dobbiamo e vogliamo avere, ci preme di più: la tutela del lavoro come bene necessario, in questo comparto come in tutti, e il sistema delle relazioni industriali che non può prescindere dalla Contrattazione Collettiva.

Perché è questo che riteniamo qualifichi la nostra azione di Sindacato, un’azione costantemente caratterizzata dal confronto e dall’analisi, che ne qualifichi e ne legittimi il fine ultimo della sua esistenza.

Una dimensione sindacale che oggi non può più essere confinata alla sua mera dimensione ideologica o identitaria, né tanto meno come la necessità di sopravvivenza di un ceto burocratico disinteressato da quelli che sono i contenuti specifici delle conflittualità ancora oggi vive nelle quotidianità lavorative.

Un sindacato che non contratta è destinato a scomparire, così come un sindacato che non qualifica la sua capacità di contrattazione, incapace di rigenerarla continuamente, sottraendola ad una mancanza di obiettivi se non quelli derivanti da un senso di pragmatismo fine a sé stesso, anziché rafforzare l’indispensabile rapporto con i lavoratori ne allarga il senso di distanza, di assoluta lontananza.

Un Sindacato avulso alla riflessione e incapace al pensiero, si svuota e cade in rovina.

Durante la tavola rotonda crediamo di essere riusciti nell’intento che ci eravamo prefissi: ragionare insieme su quelli che devono essere gli sforzi per migliorare insieme il mondo della Previdenza Privata.

E’ stato affermato dal Presidente Oliveti nel corso del suo intervento che il primo passo, compiuto con la sottoscrizione del nuovo CCNL nello scorso gennaio, è stato caratterizzato da una reciproca considerazione e rispetto. Rispetto per i ruoli svolti e considerazione per le proposte avanzate, solo così è stato possibile raggiungere un obiettivo comune atteso da più di dieci anni. Così come il ruolo del sistema delle Casse deve essere necessariamente aggiornato e riconsiderato anche, e soprattutto in virtù delle emergenze dell’ultimo anno. In questo contesto le osservazioni del Presidente della Cassa di Previdenza dei Commercialisti, Walter Anedda, caratterizzano la necessità di un dialogo con il legislatore da costruire e rafforzare, finalizzandolo alla possibilità di riformare una legislazione del settore ormai datata.

Una necessità ben chiara al Senatore Sergio Puglia, che fin dalla sua elezione a Presidente della commissione di Vigilanza sugli Enti Previdenziali, ha dedicato particolare attenzione a un comparto fondamentale nel sistema paese, arrivando anche a trattare questioni che nel passato mai avevano trovato attenzione nelle istituzioni come nel caso della convocazione delle Organizzazioni Sindacali in commissione relativamente alla trattativa per il rinnovo del CCNL.

Aspetti che Angelo Marinelli, segretario nazionale della nostra Organizzazione, nel moderare il dibattito ha trattato con tutti i partecipanti al dibattito, gestito al fine di avere più spunti ed elementi di analisi possibili.

E tra questi vanno sicuramente compresi gli interventi dei Direttori Generali dell’Inpgi, Mimma Iorio, e della Cassa di Previdenza dei Consulenti del Lavoro, Fabio Faretra.

La prima sollecitando una valutazione profonda su quello che ha comportato, come nel caso dei giornalisti, l’evoluzione dei contratti di lavoro in una professione che si caratterizza per un rapporto di lavoro per lo più dipendente, e il venir meno di poter accedere a quel presupposto ha determinato effetti profondi sul versamento contributivo. Così come le riflessioni di Faretra hanno sollecitato la necessità di riconcepire la dimensione del mondo del lavoro passando da un concetto lineare a uno circolare; dove prima il rapporto dal lavoro alla pensione era diretto, la seconda dovrebbe immaginarsi in grado di permettere ai gestori dei patrimoni previdenziali di porre in essere strumenti di sostegno e rilancio al lavoro. Così come, a difesa dell’autonomia degli Enti, non dovrebbe essere un tabù quello di immaginare, oltre determinati redditi, una diversa contribuzione a seconda della capacità reddituale del professionista.

Potenzialità di un mondo composito che emergono spesso, come sottolineato da Maurizio Petriccioli Segretario Generale della CISL Funzione Pubblica, unicamente in termini di investimenti finanziari, mentre rimane sottaciuto o più scontato il fondamentale ruolo sociale, svolto qualificandosi per il suo patrimonio di identità professionale, con regole calibrate alle realtà ed ai bisogni del mondo dei professionisti, dalla gestione autonoma del risparmio previdenziale obbligatorio di circa due milioni di lavoratori a quella di erogare prestazioni previdenziali ad un mondo più che complesso.

Importanza che anche lo stesso Segretario Confederale Ignazio Ganga aveva evidenziato all’inizio dei lavori.

Siamo certi che lo sforzo compiuto con questa iniziativa non possa e non debba essere solo un episodio, compiuto tra l’altro con tutte le difficoltà imposte dalla perdurante pandemia.

E’ per questo che come Coordinamento della Cisl FP delle Casse Previdenziali stiamo immaginando di costituire una apposita commissione di studio, che sia strumento di analisi costante delle dinamiche che caratterizzano la Previdenza Privata. Una commissione che sappia interpretare la realtà lavorativa in cui quotidianamente le lavoratrici e i lavoratori operano, che sappia fare sintesi offrendo, nel rispetto dei ruoli, il nostro contributo. Una struttura che non sostituisca il ruolo fondamentale delle Rappresentanze Aziendali, ma che lo affianchi e lo potenzi.

Crediamo sia maturo il tempo, nelle casse e anche oltre le casse, che veda la possibilità di mettere in campo un’azione capace di rafforzare e, in qualche caso ricostruire, una comunità collettiva basata su interessi collettivi: dal professionista al dipendente, dall’amministratore al rappresentante sindacale, ognuno rispettoso e conscio del suo ruolo.

Come Cisl FP ci sentiamo in grado di raccogliere questa sfida.

DA UN SISTEMA DI PREVIDENZA A UN SISTEMA DI WELFARE: QUALE FUTURO PER LE CASSE PREVIDENZIALI?

A circa venticinque anni dalla privatizzazione degli Enti di Previdenza ed Assistenza dei Liberi Professionisti (ex Dlgs 509/94 e 103/96) è opportuno creare un’occasione di confronto per valutare quanto sia cambiata la funzione di questi Enti, quale sia il loro ruolo nel sistema Paese e su quali presupposti dovrà orientarsi un necessario processo di riforma.

Se è vero che la privatizzazione fu indice, insieme ad altri, di una direttrice evolutiva del complessivo welfare nostrano verso forme di integrazione tra pubblico e privato, al tempo inedite nel settore previdenziale, che hanno mantenuto nel corso del tempo ben chiara la mission, strutturalmente incentrata su attività previdenziali ed assistenziali, alla luce di quanto si è modificato il mondo delle professioni e l’attività stessa delle Casse, probabilmente è arrivato il       momento di verificare se l’impianto normativo alla base di questi Enti sia ancora in grado di sostenerne l’azione. Sistema degli Enti e Casse di Previdenza dei professionisti che, al netto delle funzioni svolte, non sembra aver colto fino in fondo colto l’opportunità di evolvere verso la costruzione di un effettivo comparto della Previdenza Privata, capace di articolare la propria azione a tutto tondo in modo coeso e coordinato. Tendenza che solo in tempi recenti ha visto un’inversione di rotta in grado di restituire all’AdEPP, il ruolo e le finalità per le quali l’associazione degli enti previdenziali privatizzati venne costituita: una funzione di rappresentanza degli interessi comuni, di luogo delegato allo sviluppo di sinergie, e non ultimo, strumento con cui uniformare il trattamento giuridico ed economico per i dipendenti degli Enti stessi.

In questo contesto si inserisce l’ultimo rinnovo del CCNL, avvenuto dopo circa dieci anni di attesa, con cui si è avviato un percorso di crescita del sistema delle relazioni industriali tale da restituire la necessaria  centralità al CCNL finalizzato alla valorizzazione della professionalità del Personale dipendente, acquisita negli anni, mediante un’adeguata revisione dei trattamenti normativi e retributivi restituendo, al contempo, alle contrattazioni di secondo livello la corretta dimensione in cui le autonomie gestionali siano garantite. Un sistema, quello delle Casse Previdenziali, che inevitabilmente dovrà rinnovarsi integrando le diverse forme di welfare permettendo agli Enti Previdenziali Professionali di vedere formalizzato il ruolo man mano assunto nell’Economia reale del Paese.

Il quadro normativo in essere, alla luce delle evoluzioni avvenute del corso del tempo, spesso ha rappresentato un freno, determinando l’impossibilità per gli Enti di svolgere quell’attività di possibile sostegno all’economia reale, che invece si manifesterebbe ampliando i confini del Welfare praticato, rispondendo ancor meglio alle esigenze dei giovani professionisti e delle PMI.

Solo mediante una riforma che affronti temi come gli investimenti, il modello di governance, per citarne solo alcuni, è immaginabile che il sistema delle Casse Previdenziali evolva da semplice strumento per la tutela previdenziale verso un Welfare moderno e integrato.

 

 

IL COORDINAMENTO NAZIONALE CISL FP CASSE PREVIDENZIALI

Locandinaconvegno22Ottobre

Onaosi – Assemblea Cisl

Giovedì 8 ottobre 2020 dalle ore 10.00 alle ore 12.00 presso il Teatro del Collegio Unico ONAOSI di Perugia si terrà l’assemblea degli iscritti e simpatizzanti CISL con i seguenti argomenti all’ordine del giorno:
 Applicazione CCNL AdEPP
 Apertura contrattazione integrativa aziendale ONAOSI
 Varie ed eventuali
L’assemblea sarà presieduta dal Coordinatore Nazionale CISL FP degli Enti Previdenziali Privatizzati, ANDREA LADOGANA.
Considerata l’importanza degli argomenti e la presenza del coordinatore nazionale, si raccomanda la massima partecipazione di tutti gli iscritti CISL. Sarà particolarmente gradita la presenza di tutti i simpatizzanti.
Per i lavoratori che parteciperanno all’assemblea in orario di lavoro, l’assenza dal servizio sarà coperta da permesso sindacale retribuito.

 

Inpgi – Firmati due importanti accordi

In data 29 settembre sono stati sottoscritti due importi accordi. Uno per la proroga al 31 ottobre visto il protrarsi dello stato di emergenza con maggiore flessibilità nella modalità di svolgimento dell’attività lavorativa in parte a distanza e in parte in sede. Con il criterio adottato con 2 gg in sw e 3 in sede salvaguardando quelle situazione di maggior tutela si ha, nel mese di settembre, una copertura in sede del 55% e del 45% in sw.

accordo sindacale lavoro a distanza 29 settembre

Il secondo accordo invece è  relativo all’aggiornamento del protocollo di sicurezza con la possibilità di accesso all’interno delle sedi degli iscritti /fornitori previo appuntamento in alcune fasce orarie della giornata con intervalli minimo tra i diversi appuntamenti.

protocollo agg to settembre 2020