Elezioni CASAGIT

Dal 4 all’8 giugno 2021 si terranno le elezioni dei rappresentanti dei soci in Assemblea Nazionale della Mutua Casagit Salute, con votazione diretta a scrutinio segreto mediante voto elettronico.

Contestualmente avranno luogo anche l’elezione dei 2 Rappresentanti dei Soci ordinari convenzionati aderenti ai fondi sanitari integrativi ad adesione individuale e collettiva.

Appuntamento importante che consente ai lavoratori degli Enti di categoria di avere un loro rappresentante così come altro rappresentante è previsto per i soci convenzionati del fondo ad adesione individuale (sostanzialmente i colleghi pensionati).

Le Federazioni Nazionali delle OO. SS. presenti in Casagit hanno convenuto sui nomi di :

Mauro Fellico, collega Casagit, per ciò che riguarda l’elezione del rappresentante dei soci del fondo ad adesione collettiva;

Agazio Antonio (Ezio) Teti, ex collega INPGI, per l’elezione del rappresentante dei soci del fondo ad adesione individuale.

Vi invitiamo pertanto a sostenere il nostro candidato Mauro Fellico, collega esperto del settore e di riconosciuta affidabilità in tanti anni di lavoro in Casagit .

Vi chiediamo inoltre di far votare Ezio Teti da tutti quegli ex colleghi con i quali siate ancora in contatto.

A ciascun Socio elettore è attribuita una chiave segreta per l’accesso alla piattaforma di voto. E’ costituita dal codice fiscale e una password. Quest’ultima è spedita o inviata attraverso News Alert agli iscritti all’area riservata ed è utilizzabile solo in occasione delle votazioni.

L’invio delle password è eseguito alcuni giorni prima della data prevista per le votazioni così da rendere possibile eventuale richiesta e invio di duplicati, che possono essere richiesti alla Direzione generale con copia di un documento d’identità valido fino alle ore 17.00 dell’8 giugno 2021.

Al momento dell’accesso nella cabina elettorale elettronica sarà richiesto un numero di cellulare, al quale sarà inviato un OTP, valido per un periodo limitato,  da digitare per poter procedere con la votazione.

Il voto è espresso con modalità telematica via web.

Il portale per le votazioni è disponibile h24 nel periodo compreso dalle ore 9.00 del 4 giugno alle ore 18.00 dell’8 giugno 2021.

 

La possibilità di avere voce all’interno della Cassa che gestisce la nostra assistenza sanitaria integrativa   è un’opportunità che non possiamo perdere e che non possiamo consegnare alle vecchie logiche corporative.

Cassa Geometri – Il comunicato stampa delle Organizzazioni Sindacali

LAVORO: SINDACATI, DENUNCIATO PRESIDENTE CASSA GEOMETRI PER CONDOTTA ANTISINDACALE
Roma 24 mag.(Adnkronos) – Condotta antisindacale. Così le organizzazioni dei lavoratori nel comparto della Previdenza privata hanno dato mandato nella giornata di venerdì 21 maggio a un legale per agire ai sensi dell’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori contro il presidente della Cassa geometri, Diego Buono, responsabile, secondo i sindacati, di aver comunicato la sottoscrizione dell’accordo proposto dall’amministrazione con una neonata sigla presente con soli tre iscritti su circa centocinquanta impiegati. La decisione è maturata dopo la definitiva rottura delle trattative per il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro di secondo livello con una scelta unanime e necessaria al termine di mesi in cui dopo lo stato di agitazione dei lavoratori e il tentativo di conciliazione operato presso il Ministero del Lavoro, dicono i sindacati.

“Al netto delle valutazioni di carattere procedurale, e finanche etico, che si potrebbero produrre, quel che preme evidenziare con l’iniziativa intrapresa, per l’agibilità stessa del sistema delle relazioni industriali in essere presso gli Enti di Previdenza, è l’attenzione sugli effetti che la condotta contrattuale assunta dai vertici dell’Ente potrebbe produrre nell’Istituto. Una condotta che arbitrariamente sopprime ogni forma di contrattazione collettiva, sostituendola con un sistema che, di fatto, istituisce il sindacato di comodo come unico interlocutore riconosciuto, sgretolando ogni criterio di rappresentatività e legittimità della stessa. È grande la preoccupazione sulla tenuta dei servizi da erogare ai geometri iscritti e per questo si è contemporaneamente richiesto un intervento del ministro Orlando”, dichiarano Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Ugl Terziario, Cisal Fialp, Confsal Unsa e Usb.

“VIDEO ASSEMBLEA GENERALE” – Personale Enasarco Sede centrale e Sedi periferiche

ASSEMBLEA GENERALE

Convocazione Assemblea del Personale Enasarco Sede centrale e Sedi periferiche

Giovedì 27 Maggio

Dalle ore 10.00 alle ore 13.00

Stiamo passando uno dei momenti più difficili che la Fondazione ricordi. L’emergenza sanitaria e l’effetto devastante delle chiusure e della conseguente crisi economica del settore degli iscritti, ditte e agenti. Lo sconvolgimento delle vite delle famiglie, tutte, la rivoluzione nella gestione del lavoro dei dipendenti della Fondazione chiamati a garantire servizi e “qualità” in un contesto del tutto straordinario. Le elezioni per il rinnovo degli Organi Politici più lunghe e controverse che la Fondazione abbia mai visto. Tutto assolutamente vero e per tutte queste ragioni abbiamo atteso e affrontato l’ultimo anno con comportamenti e relazioni sempre serie e responsabili. Le OO.SS. scriventi hanno, nonostante tutto, lavorato su diverse proposte di accordi che abbiamo cercato di costruire e trattare in ogni sede e con ogni strumento di cui potevamo disporre, perché le politiche sul personale e i diritti dei lavoratori Enasarco non venissero messi da parte per nessun motivo.

Arrivati a questo punto però, ad ormai soli 6 mesi dalla scadenza del Contratto Integrativo Aziendale, chiediamo a tutti i lavoratori della Fondazione di partecipare all’Assemblea Generale per confrontarci sulla attuale situazione di stallo delle relazioni e della gestione aziendale e per chiedere con forza e determinazione che, in nessun modo e per nessun motivo, questa Amministrazione rinunci ad onorare gli impegni presi all’interno del CIA firmato dalle parti e approvato dal Consiglio di Amministrazione.

Un contratto che è costato ai lavoratori Enasarco la modifica dell’orario di lavoro, la rinuncia all’orario flessibile, l’introduzione di un sistema di PAR ancora tutto da verificare e sicuramente da perfezionare ed una serie di altre componenti che sono state trattate, prima di siglare il contratto, nel normale compromesso dove ciascuna delle Parti al tavolo conquista o concede qualcosa.

I lavoratori Enasarco hanno fatto la loro parte, la recente comunicazione del Direttore Generale di congratulazioni per il lavoro svolto e l’impegno profuso ne sono una conferma. Adesso è doveroso e necessario che l’Amministrazione faccia la sua di parte adempiendo a tutti gli impegni presi all’interno del contratto.

  • Articolo 2 – Nuova articolazione dell’orario di lavoro
  • Articolo 9 – Lavoro Agile
  • Articolo 18 – Indennità (es. incarichi RUP e DEC completamente ignorati)
  • Articolo 20 – Piano di Welfare aziendale
  • Articolo 21 – Risparmi sui consumi intermedi e costituzione del Fondo Welfare
  • Articolo 39 – Misura delle indennità
  • Articolo 45 – Orario di lavoro Ispettori di Vigilanza
  • Articolo 53 – Tutela e valorizzazione dei lavoratori addetti alla gestione del patrimonio immobiliare

A Gennaio 2020 è stato siglato il CCNL2019-2021, non ci aspettavamo di riaprire il CIA il giorno dopo ma neanche che si arrivasse a scadenza senza averne recepito alcune importanti indicazioni e adeguamenti economici per i lavoratori (come ad esempio l’EDR aggiuntivo e le retribuzioni accessorie). Parleremo anche di questo e di come le Federazioni Nazionali hanno già attivato con Adepp e le altre casse il percorso per il prossimo rinnovo. Si prevede addirittura di dare la disdetta dell’attuale CCNL a Giugno per proseguire con la presentazione della piattaforma e l’apertura dei tavoli di trattativa.

Questi sono alcuni dei temi più urgenti sui quali vogliamo confrontarci con voi ed è con questa finalità che vi invitiamo a partecipare numerosi alla:

“Video Assemblea Generale” di tutto il Personale Enasarco

Giovedì 27 Maggio dalle 10.00 alle 13.00

Piattaforma Teams Aziendale

(per consentire prove tecniche il collegamento sarà aperto a partire dalle 9.30 circa)

Colleghi della sede centrale e delle sedi periferiche, protocollatori, responsabili d’ufficio, RUP e DEC, informatici, amministrativi, esperti di finanza e di bilancio, di gestione immobiliare, di prestazioni e di contribuzioni. Ispettori di vigilanza, avvocati ed esperti di affari legali e tutti i lavoratori della Fondazione, tutti abbiamo in comune lo stesso luogo di lavoro e lo stesso contratto. Tutti insieme siamo la forza lavoro della Fondazione Enasarco, insieme contribuiamo al funzionamento di questa azienda e insieme ci collegheremo da tutta Italia per confrontarci all’interno di questa importante Assemblea Generale per richiedere a gran voce il rispetto degli impegni presi con i lavoratori.

 

CGIL CISL Cisal Dirpubblica

 

CIA_2018-2021

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Le Casse ai Raggi X.

Avete presente un Body Scanner? Di quelli che bisogna attraversare negli aeroporti prima dell’imbarco?

Di fatto le richieste avanzate dalla Commissione di Vigilanza e Controllo sugli Enti previdenziali sono un po’ come far passare questi Enti in un immaginario Body Scanner.

La notizia la riporta Italia Oggi di ieri.

Si apprende che la scorsa settimana l’Organo Parlamentare di Vigilanza ha recapitato ad ogni singolo Presidente una dettagliata richiesta di dati da restituire debitamente compilata.

Una vera e propria fotografia, dal ragguardevole numero di pixel, che fornirà importanti dettagli sul funzionamento interno degli Enti Previdenziali Privatizzati.

Partendo dal numero dei professionisti iscritti, pensionati, passando per i dipendenti di cui si chiede il livello di inquadramento, il titolo di studio, i rispettivi livelli retributivi, fino ad arrivare alla esplicita richiesta di comunicare con dovizia di particolari i dati riferibili al Personale Rilevante.

Inteso per rilevante quella parte di Personale che percepisce emolumenti “pari o superiori a 100.000 euro”.

E fino a qui la richiesta è più che lodevole, soprattutto perché fornirà ulteriori elementi che indubbiamente confermeranno la bontà dell’esercizio dell’autonomina gestionale degli Enti.

La richiesta dati però va oltre.

Nella massa di dati, riferibili all’intervallo temporale compreso tra il 2016 e il 2020, il Legislatore, chiede anche di acquisire informazioni relative all’organizzazione interna, fornendo particolari sui rispettivi Organigrammi (es. le differenze di genere), ma anche, di conoscere le iniziative volte al recupero dei crediti contributivi, con riferimento specifico all’elenco del contenzioso in essere e delle relative richieste complessive dei ricorrenti.

Ma non è ancora tutto.

Nel documento, da restituire all’Organismo Vigilante, si chiede di sapere quali funzioni siano state affidate a soggetti esterni e, nel caso si tratti di outsources di servizi bancari, assicurativi e finanziari, quali siano i meccanismi legali, contrattuali e di controllo attivati dai singoli Enti per garantire la qualità del servizio esternalizzato, con riferimento alle contromosse nel caso in cui il soggetto delegato non raggiunga gli obiettivi prefissi.

Infine i dai relativi agli Organi cosiddetti collegiali dovranno essere forniti inserendoli in apposite tabelle, distinguendo compensi fissi e variabili, con riferimento alle cariche ricoperte (CdA; Collegio dei Sindaci; Comitati esecutivi e consultivi).

La richiesta non è riferita alle sole Casse che hanno manifestato, negli ultimi anni, una crisi che mette a rischio la tenuta, bensì all’intero complesso delle Casse Previdenziali.

A volte capita che quando si attraversa il Body Scanner c’è sempre quell’oggetto dimenticato nel fondo di una tasca che fa suonare tutto. Dimenticanze.

Arturo Bandini

Sistema degli Enti Previdenziali Privati: la sfida del Lavoro Agile.

La pandemia, tra le molteplici e drammatiche conseguenze sanitarie ed economiche, ha comportato anche una profonda accelerazione delle modifiche nell’organizzazione del lavoro, il lavoro da remoto, o cosiddetto agile, è stata la modalità che ha permesso la conciliabilità tra la necessità di non arrestare del tutto i processi produttivi con le scelte obbligate per il contenimento dei contagi. Dopo più di un anno di regime emergenziale la sfida da cogliere è quella di regolamentare con attenzione, cogliendo appieno le opportunità, lo smart working,ridisegnando radicalmente i processi produttivi e le modalità stesse delle prestazioni lavorative.

Una sfida che nessuno può ignorare e, dal cui confronto, ci si possa sentire esentati.

Per il Sistema delle Casse Previdenziali la regolamentazione organica dello Smart Working è l’occasione che permetterebbe di ripensare complessivamente la sua stessa natura e funzione, adeguandole ai tempi. Curando, nello specifico, l’implementazione delle caratteristiche esistenti nell’esecuzione della prestazione lavorativa antecedenti alla pandemia.

L’introduzione del lavoro agile ha determinato l’esigenza del superamento di processi produttivi concepiti centralmente, pianificati con rigide assegnazioni di mansioni fisse e meramente esecutive, con conseguente maggior autonomiadegli addetti. Un’autonomia che ha sostanziato un maggior spazio per decisioni indipendenti, una crescente mobilità tra mansioni e ruoli, rivelando chiaramente i limiti di rapporti meramente gerarchici (l’obsoleto modello fordista) esaltando una maggior collaborazione e valorizzazione delle competenze e professionalità degli addetti, con una limitazione dei compiti individuali e ripetitivi, a favore di funzioni collettive di problem solving affidate alla responsabilità personale in un contesto di gruppo.

La trasformazione dei processi che da più di un anno sta riconfigurando il concetto stesso di produttività esige modelli organizzativi capaci di armonizzare funzioni e fasi lavorative da svolgere in presenza con funzioni e fasi lavorative dasvolgere in remoto. Lo smart work deve essere concepito, per coglierne appieno le opportunità, come lo strumento atto a migliorare la produttività, da ottenere garantendo standard di qualità del lavoro imprescindibilmente connessi al benessere dei lavoratori.

L’eccellenza del modello gestionale di natura privatistica più volte ribadita, difesa e affermata a ogni piè sospinto, nonché rilanciata anche da sentenze della Suprema Corte, è in questa sfida imposta dai tempi, che dovrà mostrare la sua migliore capacità manageriale.

Un miglioramento dei processi produttivi che saranno un volano per la ripresa del Sistema Paese, da raggiungere con una profonda incentivazione della formazione. Un concetto espresso chiaramente dal Prof. Verbaro(Quotidiano Nazionale: Formazione del capitale umano: la ripresa inizia da qui): “Ciò richiederà capacità di anticipazione e di lettura previsionale rispetto a cosa sarà il lavoro nei prossimi anni. In questo contesto, dobbiamo investire nel miglioramento dell’offerta formativa e nel superamento dell’autoreferenzialità che caratterizza il mondo della formazione, che può realizzarsi attraverso un rapporto forte tra formazione, impresa e ricerca. Attenta al capitale umano e alla sua valorizzazione e quindi professionale e non erogata da soggetti improvvisati; attenta ai risultati e quindi alle competenze create e certificate; con indicatori di successo collegati al placement.”

Una accurata analisi che passi per una accorta pianificazione dei processi: contenuti del lavoro, tempi di lavoro (in presenza e da remoto), luoghi di lavoro (casa e altri), spazi aziendali, oltre che nuove modalità di leadership, coordinamento, supervisione, valutazione dei risultati, relazioni sociali nellambito dellEnte. Non sarà sufficiente, per la peculiarità del settore, adeguarsi passivamente al dettato normativo, o procedere con singole decisioni unilaterali.

Un serio adeguamento non può che passare per una condivisione delle trasformazioni da inserire nella cornice di un sistema di relazioni industriali che ha dimostrato, specialmente con l’ultimo rinnovo del CCNL, di saper interpretare al meglio sia le specificità del Comparto che del singolo Ente Previdenziale. Una competenza, quella della contrattazione collettiva, da intendersi quale fonte di disciplina degli istituti del lavoro agile.

Un’occasione che la stessa Associazione degli Enti Previdenziali dovrebbe (deve) cogliere, per dotarsi di quella soggettività necessaria per limitare quei condizionamenti di natura endogena ed esogena che più volte hanno indebolito e paralizzato un’azione che, se concordata e coordinata, renderebbe il Sistema delle Casse autorevole e ancor più legittimato alla sfida imposta dai tempi.

Andrea Ladogana

Coordinatore Nazionale CISL FP – Casse Previdenziali

Enpav – La Cisl Fp si è fatta promotrice dell’apertura di un tavolo sul welfare

A seguito del rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale in Enpav, l’Ente di Provvidenza e assistenza dei Veterinari, avvenuto il 30 dicembre 2020, la Cisl Fp si è fatta promotrice dell’apertura di un tavolo sul welfare, coinvolgendo le altre rappresentanze sindacali: Fp Cgil e Cisal.

Il Welfare non era stato inserito nell’ambito della discussione inerente al rinnovo della CIA, in quanto vista la particolarità e la novità dello strumento, si è ritenuto opportuno condurre un confronto al di fuori del tavolo della trattiva riservata alla contrattazione decentrata di secondo livello.

Nella riunione del 26 marzo u.s. ha avuto luogo un primo incontro tra la Cisl Fp, unitamente alle altre sigle sindacali e la Direzione Enpav, nel quale si sono gettate le prime basi di un dialogo su uno strumento socioassistenziale che assume sempre maggiore centralità nella vita dei lavoratori.

L’apertura del tavolo sul Welfare è di importanza quanto mai rilevante per due ragioni: introduce un elemento completamente nuovo nella realtà Enpav e in particolare avviene appena qualche mese dopo l’adesione dei lavoratori alle sigle sindacali.

L’ingresso dei sindacati, avvenuto a novembre prima dell’aperture della contrattazione di secondo livello, con una considerevole adesione dei dipendenti, in una realtà in precedenza completamente desindacalizzata, ha permesso di raggiungere un confronto costruttivo tra il personale e la direzione Enpav,

consentendo ad oggi, una fattiva e proficua collaborazione sui temi d’interesse comune fra le parti.

Risultato di questa collaborazione è anche l’inizio del percorso che condurrà all’adozione di una piattaforma Welfare, pensata e costruita sulle esigenze dei lavoratori e su quelle dell’Ente. È giusto porre l’accento sulla trasversalità e sull’inclusività del Welfare che infatti non si rivolge solo agli impiegati ma anche a tutte le altre categorie: capi area, quadri, dirigenti che possono aderire e usufruire delle possibilità di uno strumento che assume grande importanza, sia come nuova risorsa economica da negoziare, sia per la varietà dei servizi che offre: previdenza, formazione, attività educative e così via. Si pone inoltre come novità contrattuale all’interno delle relazioni sindacali, in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, dove l’economia è in affanno ed è sempre più complicato individuare risorse economiche tradizionali. Non parliamo però di un semplice ammodernamento negoziale ma di una nuova prospettiva che considera l’Ente come un valore sociale condiviso.

Come sottolineato e spiegato dalle sigle sindacali nell’incontro con la direzione Enpav, il welfare aziendale è per definizione un tentativo di risposta ai bisogni dei lavoratori, anche in questo difficile periodo, perché non va dimenticato che i dipendenti costituiscono il vero patrimonio di ogni azienda ed è importante ottenerne la fidelizzazione e la motivazione. Un welfare aziendale evoluto e personalizzato permette al datore di lavoro di rafforzare la propria immagine, riporta importanti benefici aziendali, migliora la qualità della vita in azienda e la soddisfazione dei lavoratori.

Proprio in quest’ottica è stato realizzato dalle OO.SS. un questionario online, attraverso il quale i dipendenti si sono espressi individuando le aree di maggior interesse. In particolare, nell’Area scuola, l’attenzione si è rivolta alla possibilità di chiedere rimborsi per libri scolastici, universitari, acquisto di strumenti informatici, corsi e master. Nell’Area famiglia, particolare gradimento è stato espresso per gli abbonamenti metro, treno, e car sharing; nell’Area culturale e educativa l’apprezzamento si è rivolto verso le convenzioni con agenzie di viaggio, abbonamenti con strutture sportive e buoni acquisto presso un’ampia rete di esercizi commerciali di varia natura, nonché verso l’acquisto di voucher per arte, mostre, cinema e teatro.

I dati raccolti dal sondaggio ovviamente ci restituiscono una fotografia della popolazione dei dipendenti Enpav di oggi, la cui fascia di età medio-alta esprime dei bisogni lontani da tematiche legate ai servizi per l’infanzia. È opportuno quindi periodicamente, valutare le necessità dei fruitori del Welfare aziendale e individuare una piattaforma flessibile che sia sempre allineata alle richieste dei lavoratori.

Alessandro Pizzuti

30 aprile 2021 – Cisl 71 anni insieme

30 Aprile 2021 – La Cisl compie settantuno anni. La Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori fu infatti fondata a Roma il 30 aprile 1950 al Teatro Adriano di Roma in un’ Assemblea generale a cui parteciparono i delegati della LCgil, della Fil e della Ufail.
http://youtu.be/vNB5fwnYBG0Primo Segretario Generale fu eletto Giulio Pastore, leader della corrente sindacale cristiana dopo la scomparsa di Achille Grandi. Pastore ha guidato la confederazione di Via Po fino al 1958 e successivamente è stato anche Ministro dello Sviluppo del Mezzogiorno sino al 1968.

La Cisl ha le sue origini nella Libera CGIL costituita il 15 settembre del 1948 da una scissione della corrente cristiana dalla Confederazione Generale Italiana del Lavoro (Cgil) frutto del Patto di Roma firmato da Giuseppe Di Vittorio, Emilio Canevari, Bruno Buozzi ed Achille Grandi. Il nome Libera CGIL fu mantenuto per quasi 19 mesi e voleva sottolineare, dal punto di vista dei fondatori, l’indipendenza dai partiti politici e la differenza con la Cgil da cui si era scissa.

Auguri a noi

Fisco, da scure dei redditi a mezzo strumentale per la redistribuzione: l’opportunità offerta dalla lotta ai paradisi fiscali e dalla web tax nel solco dell’agenda Biden

di Marco Vipsanio

Lo sviluppo globale del commercio elettronico e dei servizi digitali ha tracciato negli ultimi 10 anni il solco di un cambiamento nelle abitudini dei consumatori che, con l’avvento della pandemia da Covid-19, difficilmente sarà reversibile: nel 2020, anno dei profitti record per le aziende del digitale, in Europa Amazon è passato da 981 milioni di utili a oltre 2,2 miliardi di euro (+124%), circa il 12% dei profitti realizzati a livello globale (MF-Milano Finanza).

Partendo da questo input, negli ultimi anni gli sforzi dei legislatori e dell’OCSE si sono concentrati nel definire regole di tassazione per i servizi digitali transfrontalieri inseguendo con strumenti classici uno sviluppo tecnologico e dei mercati che ha molto repentinamente spostato l’ago della bilancia commerciale verso un limbo chiamato “rete”. In questo contesto, gli sforzi profusi nell’implementazione di meccanismi quali la web tax hanno restituito scarsi risultati evidenziando un’inadeguatezza della risposta della politica a problemi tecnicamente molto complessi e politicamente spinosi per via dei diktat delle multinazionali nonché la ferma opposizione dell’amministrazione Trump – quest’ultimo sempre impegnato nella sostanziale battaglia del rientro dei capitali anche in accompagnamento a politiche interne di riduzione del livello impositivo.

La ruota elettorale però gira e l’amministrazione Biden, pur condividendo lo scetticismo in merito ad una web tax – sia chiaro, sempre per motivi di opportunità nazionale essendo i principali colossi in questo ambito statunitensi -, sembra invece voler combattere una battaglia forse altrettanto difficile: quella del contenimento dell’erosione della base imponibile, anche attraverso strumenti che possano osteggiare il noto fenomeno del dumping fiscale.

L’agenda di Biden, infatti, sembra essere più attenta ad un aspetto non propriamente marginale del sistema economico vigente: l’economia capitalista si fonda su meccanismi di concorrenza e competizione, ma la derivazione opportunistica della crescita a discapito degli altri Paesi che compongono lo stesso sistema economico può portare a pesanti distorsioni e fallimenti generalizzati. In altri termini, se la crescita economica non abbraccia tutta la sfera occidentale, il solo mercato interno USA non gli basterà per far fronte alle imponenti sfide che provengono dall’oriente e dai mercati emergenti. Questa “intuizione” ha portato l’amministrazione Biden a cambiare atteggiamento anche nei confronti dei Paesi storicamente nella sfera d’influenza statunitense, proponendo uno strumento di lotta ai paradisi fiscali che riporti il carico fiscale a livelli minimi di equità rispetto agli altri comparti soggetti a tassazione.

I numeri del dumping fiscale per l’Italia? Tra i 5 e gli 8 miliardi di dollari di gettito l’anno, parola di Roberto Rustichelli, presidente dell’Antitrust.  “Alcune ricerche stimano che, a causa della concorrenza fiscale sleale a livello europeo, il fisco italiano perde la possibilità di tassare oltre 23 miliardi di dollari di profitti: 11 miliardi di profitti vengono spostati in Lussemburgo, oltre 6 miliardi in Irlanda, 3,5 miliardi in Olanda e più di 2 miliardi in Belgio”, ha spiegato Rustichelli a Milano Finanza nel luglio 2020.

La Global minimum tax (aliquota fiscale minima globale) è uno strumento che si applicherebbe ai profitti conseguiti dalle società all’estero. Pertanto, se le aziende fiscalmente domiciliate in Italia pagassero aliquote più basse per i profitti realizzati in un determinato Paese estero, il Governo potrebbero “aggiungere” all’aliquota già corrisposta l’importo derivante dall’aliquota minima concordata, eliminando il vantaggio di spostare i profitti in un paradiso fiscale. Questo modello impositivo si inserisce peraltro nel solco di un fiorente dibattito in ambito fiscale, anche legato a temi ambientali, che sta portando la Commissione Europea nell’introdurre una border carbon tax per limitare altri aspetti distorsivi dei FDI (Foreign Direct Investments) quali il carbon leakage, ovvero la delocalizzazione dei siti produttivi legata ai costi del carbonio derivanti dalle politiche ambientali comunitarie.

Tornando all’aliquota fiscale minima, nei mesi scorsi i governi hanno già ampiamente concordato sul disegno di base della tassa minima, sebbene rimanga in piedi il tema più spinoso, ovvero la definizione dell’aliquota stessa. Rimangono poi da negoziare altri elementi, quali la possibile inclusione dei fondi di investimento in questo meccanismo, una data di partenza per la nuova aliquota e come allineare le proprie tassazioni interne con questa nuova finalità.

L’aumento di gettito stimato? Tra i 50 e gli 80 miliardi di dollari a livello globale, 8-10 miliardi per l’Italia (stima Icrit – Independent commission for the reform of international corporate taxation) da recuperare da multinazionali quali Eni, Enel, Intesa, Armani, Ferrari, Telecom Italia, Generali ecc. La contropartita verso gli USA? Rinunciare alla web tax che ha innescato solidi malumori e ipotesi di gettito molto meno consistenti (circa 590 milioni di euro).

Un utilizzo di queste nuove risorse potrebbe senz’altro essere la remunerazione degli oneri sociali, abbassandone la quota in capo ai datori di lavoro e sterilizzando almeno in parte gli effetti distorsivi generati dalle imposte sul lavoro. Il recupero di tali importi pertanto potrebbe (e dovrebbe) essere strumento di rilancio occupazionale in un momento in cui l’Italia si piazza ai primi posti nella graduatoria del cuneo fiscale (48 % nel 2018, media OCSE 36 %). Tale aspetto è chiaramente è già chiaramente attenzionato dal Governo, non ultimo l’intervento in Legge di Bilancio 2021, ma occorrono molte più risorse per rilanciare l’occupazione agendo sul costo del lavoro.

Inoltre, lo spiraglio aperto dalla collaborazione internazionale e l’abbattimento della barriera ideologica sull’introduzione di presidi fiscali comuni e globali potrebbe (e dovrebbe) portare l’Unione Europea a definire limiti meno stringenti per l’armonizzazione e il coordinamento in materia di fiscalità, tendendo finalmente ad una politica fiscale comunitaria.

Un’ulteriore riflessione, e ipotesi di utilizzo di gettito, riguarda l’auspicata riforma della tassazione dei redditi da lavoro dipendente. La Costituzione determina che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” e che “il sistema tributario è informato a criteri di progressività”: questo principio perde di efficacia quando un sistema di aliquote – poche e per fasce troppo ampie – viene accompagnato da schemi di detrazione discontinui, tanto che per aumentare il reddito netto talvolta risulta conveniente ridurre quello imponibile (paradosso dell’aliquota marginale effettiva).

È, infine, quanto mai urgente ridisegnare il fisco per passare da un’ottica di “tassazione delle persone” a una di “tassazione delle cose” (principio espresso nel PNRR), ma i costi di questo cambio di mentalità non sono trascurabili.

DI fronte alla grande necessità di riordino di cui necessita il nostro fisco, possiamo realmente permetterci, ancora oggi e nel pieno di una crisi che avrà strascichi per decenni, di rinunciare a risorse che arricchiscono i pochi continuando ad impoverire i molti?