Nella Legge di Bilancio è stato decretato il passaggio di Inpgi1 all’Inps, la previdenza dei lavoratori autonomi, Inpgi2, rimarrà con il regime stabilito dal D.Lgs 103/96.

Il Consiglio dei Ministri lo scorso 28 ottobre, ha approvato il disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, nel testo, più esattamente all’art. 28 –Norme a garanzia delle prestazioni previdenziali in favore dei giornalisti-, il Governo ha stabilito che l’Istituto di Previdenza dei Giornalisti, nella componente relativa ai giornalisti dipendenti, verrà trasferito all’Inps.

E’ l’ultimo atto di una vicenda che ha caratterizzato la gestione della Previdenza dei giornalisti almeno negli ultimi anni, cioè da quando l’Ente ha iniziato a chiudere gli esercizi con deficit annuali attorno ai 200 milioni. Le cause del dissesto dell’Inpgi sono in gran parte di natura strutturale: un rapporto tra le prestazioni erogate troppo sbilanciato con le mutate condizioni del sistema, in cui la crisi del settore, caratterizzata da un -17% dei contribuenti negli ultimi dieci anni, e da una flessione del 18% del monte salari su cui vengono prelevati i contributi, ha avuto un ruolo sostanziale.

La scelta del Governo di separare le gestioni previdenziali dei giornalisti (la componente dei dipendenti torna pubblica mentre quella autonoma resterà privata) apre degli scenari che vanno oltre i confini della professione giornalistica. Per forza di cose si viene a creare un precedente che nel futuro sarà un termine di paragone per altre situazioni di crisi, laddove altre categorie professionali dovessero riscontrare contrazioni delle platee previdenziali, a fronte di un principio a ripartizione calato su un sistema, quello degli Enti Previdenziali, sostanzialmente a camere stagne.

Ovviamente tale decisone avrà delle ripercussioni anche sul Personale dipendente, al comma 8 infatti, si decreta che un contingente di personale non superiore a 100 unità tra coloro in servizio a tempo indeterminato alla data del 31 dicembre 2021, sarà inquadrato presso l’INPS, anche al fine di garantire la continuità delle funzioni trasferite da un ente all’altro. La procedura sostanzialmente dovrà stabilire i criteri di passaggio dal regime privatistico al regime pubblicistico entro i tre mesi successivi la pubblicazione del decreto. L’impegno a garantire e a tutelare le lavoratrici e i lavoratori che verranno interessati da questa procedura dovrà essere massimo.

La vicenda INPGI assegna un apprezzamento ancora più accurato sulla sostenibilità di alcune Casse Previdenziali che nel tempo hanno visto scendere il numero degli iscritti, sia per i riflessi sul modello gestionale che per la tenuta occupazionale, riteniamo comunque che la tematica dovrà essere affrontata nel prossimo rinnovo del CCNL.

 

IL COORDINAMENTO NAZIONALE CISL FP CASSE PREVIDENZIALI